Hebras de colibrí
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Per YaaX Magón
Mela arenata Decisamente a Eva gli piacevano le mele e l'unico albero del giardino era proibito per loro. Sebbene non poteva raggiungere con la mano per prenderne alcune, pur mancando al divieto, avrebbe aspettato la caduta di una mela, sfiorato la sua dolce pelle, apprezzato il suo succoso nettare, ed affondato i denti nella sua setosa carne. Eccezionalmente può nasconderle nel suo corpo, che era morbido allora, nei suoi delicati seni come un guscio, quando Dio tornava a contare i frutti preziosi e ad ammirare le sue creature; fortunatamente per lei, Dio non aveva buona memoria per i numeri, e nè la matita ne il gesso erano stati inventati, perciò il calcolo non era preciso. Ma un giorno per metterli alla prova della loro fedeltà, Dio deciso di indurire i cuori delle mele, per cui quando ne cadde una , Eva cercò di mordere il frutto, ma questo era duro come un metallo così freddo e indurito come una pietra. Poi il suo corpo si irrigidì e non riuscì più a nascondere il suo peccato; cercò Adamo e nel pieno della sua disperazione per essere scoperta, arenò sul collo di lui la sua trasgressione.
Rinascere
Non voglio più questa notte grande
questo utero vuoto
questa terra umilliata
patria baldia.
É preciso rompere la terra
con la fronte, con le mani,
con il corpo vegetale...
per salire alla luce
come un frutto nuovo.
Oggi vorrebe partorire un albero aprire tutte le finiestre stendere il cuore respirare fino a essere piena d'aira moltiplicare i canti nel giardino fare spuntare vita nella terra Noi, voi, noi Morse la notte come una serpe Ci ha trovato orfani dei voci, delle gioe. Ha seminato nuvolone nel cielo Ci ha guardato con filo di coltello Aprì le sue ali d’ ebano Mentre il corvo ci lapide con il suo canto: i morti piangiono per noi. |
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